I primi palloni ovali in Italia si videro a Genova verso la fine dell’Ottocento, dove si sono svolti alcuni incontri amichevoli tra la comunità britannica che viveva nel capoluogo ligure. Passò quasi un ventennio prima di rivedere una partita di rugby sul suolo italiano. Difatti, la prima partita ufficiale di rugby fu a Torino nel 1910. Un anno più tardi fu Milano, che ebbe l’onore di ospitare la prima gara con una squadra italiana, l’US Milanese che sfidò i francesi del Voiron.
La Federazione Italiana Rugby (FIR) nasce il 28 settembre 1928. Pochi mesi più tardi (1929) viene inaugurato il primo campionato italiano di rugby a sei squadre. L’Ambrosiana Milano è la prima squadra a vincere il torneo. Nello stesso anno la Federazione seleziona i migliori rugbisti italiani per faranno parte della nazionale di rugby. La partita si disputerà in Spagna contro la formazione iberica. Gli azzurri perderanno 9-0.
Nel 1933 la nazionale francese di rugby non viene ammessa al Torneo delle Cinque Nazioni. L’esclusione della Francia nella più importante competizione di rugby continentale, diventa per l’Italia un’occasione per far parte di un torneo minore ma importante per misurarsi con altre scuole. A questa competizione prenderanno parte: Italia, Francia, Spagna, Cecoslovacchia, Germania e Romania.
Milano e Roma diventano le capitali del rugby italiano, ma con la palla ovale si gioca anche a: Torino, Bologna, Genova, Napoli, Firenze, Padova, Brescia, Treviso, Rovigo e Parma.
Durante la seconda guerra mondiale il rugby italiano acquista sempre più importanza ed una crescita evolutiva. Difatti, per merito di alcuni soldati delle truppe alleate (inglesi, australiane, sudafricane e neozelandesi). La provincia del rugby italiano trova dei grandi maestri che negli anni successivi al grande conflitto mondiale cambieranno radicalmente la mappa del rugby italiano. Città come Rovigo, Parma, Treviso, L’Aquila domineranno la scena del campionato italiano di rugby. Poi, a partire dagli anni Settanta, il nostro campionato si arricchisce ulteriormente grazie all’inserimento di molti campioni stranieri. Questo sarà una svolta decisiva per accrescere questo sport in Italia.
Per la nazionale di rugby italiana si infittiscono gli appuntamenti e le sfide oltre confine, contro campioni del Regno Unito e dell’emisfero sud.
Dal 1991 la Federugby (FIR) entra a far parte dell’International Board partecipando ai campionati del Mondo. Fino al fatidico 1998, anno in cui viene ammessa nel Cinque Nazioni che poi diventerà il Sei Nazioni (nel 2000). fonte gioco rugby.com